di Giandonato Di Santo

Ricciotto Canudo

Ricciotto Canudo, di origine molese, nella Parigi dell’inizio del xx° secolo  fu uno dei principali sostenitori della teoria delle sette arti (architettura, pittura, scultura, musica, danza, poesia e cinema), universalmente riconosciuta.

Il prof. Giovanni Dotoli, docente di “francofonia” presso la Sorbona di Parigi e profondo conoscitore dell’opera di Ricciotto Canudo ne parlerà nella sala parrocchiale di via V. Veneto in Mola di  Bari Lunedì 12 novembre 2018 alle ore 18.00.

Nell’occasione sarà presentato il progetto de “IL PALAZZO DELLE SETTE ARTI” relativo alla utilizzazione del Palazzo Roberti di MOLA DI BARI per farne una fucina di crescita della cultura e della pratica artistica per i giovani e per i cittadini molesi e del territorio, che volessero addentrarsi in tale contesto per la propria crescita.

Quanto ne potrà ricavare Mola dalla conoscenza dell’opera di Ricciotto Canudo e dalla applicazione della sua teoria? Un progetto per l’uso di palazzo Roberti, per la collettività e per i giovani.

Canudo nasce a Gioia del Colle il 2 gennaio 1877, 5° di sette figli, da Eugenio e da Emilia Stampacchia. Suo padre, agente superiore delle imposte dirette aveva lavorato a Palermo, Catanzaro,  Messina, Bari  prima di essere  stato trasferito a Gioia nel 1868. Il nonno di Ricciotto, era un giovane ufficiale di cavalleria che aveva cercato in tutti i modi di rendere più democratico il Regno delle Due Sicilie, battendosi, persino, contro gli stessi Borboni per la costituzione.

Altra immagine di Ricciotto Canudo

Partecipa ai moti di Napoli del 1821. Imprigionato e condannato a morte, viene graziato da Ferdinando IV. Dopo trent’anni di carcere, viene liberato il 1830.

Giunto a Mola di Bari, in qualità di funzionario di dogana, sposa la vedova Maria Colomba Russo, da cui nascono due figli: uno è Eugenio. Questo sposa Emilia Stampacchia, da cui riceve cinque figli, tra cui Ricciotto. I fratelli vengono avviati alla magistratura. Ma Ricciotto è di un’altra pasta.

Viene avviato agli studi tecnici. In realtà, ha animo d’artista e, così, si trasferisce a Firenze, poi a Roma e, infine, a Parigi.

Nell’occasione di questo incontro, sarà presentato il progetto de “IL PALAZZO DELLE SETTE ARTI” relativo alla utilizzazione del Palazzo Roberti di MOLA DI BARI per farne una fucina di crescita della cultura e della pratica artistica per i giovani e per i cittadini molesi e del territorio, che volessero addentrarsi in tale contesto per la propria crescita.

La cittadinanza è invitata.

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