Redazionale

Si terrà martedì 30 aprile, presso la Mediateca Regionale Pugliese, la proiezione di “Io ed Enzo”, un video documentario sulla figura di Enzo Del Re (1944-2011), cantautore, cantastorie, corpofonista considerato da molti il più radicale personaggio della musica italiana del secondo Novecento.

L’omaggio a Del Re è stato realizzato attraverso testimonianze video e musicali dal molese Gianfranco Moccia, videomaker per passione, e sarà proiettato alle ore 18 per la “Rassegna viSuoni” del Club della Canzone d’Autore Città di Bari, a cura di Rosa Colella.

La Mediateca Regionale Pugliese è stata fondata nel 1984 e dal 2013 è stata affidata all’Apulia Film Commission. Ha sede a Bari in via Zanardelli 30. L’ingresso è libero. Alla proiezione interverrà il coro “In..canti di donne”.

Gianfranco Moccia, autore del documentario

“Io che sono contro la lira con una sedia vi cambierò”: Enzo del Re era un rivoluzionario sempre in prima dalla parte del proletariato, egregio rappresentante del tenace e caparbio popolo pugliese. Riteneva democratici solo i mezzi pubblici, rifiutava la concezione del lavoro come sfruttamento, si sentiva un operaio dello spettacolo (autore a tempo pieno) e suonava la sedia. L’aveva scelta come strumento musicale per riscattare l’immagine terrificante della sedia elettrica, e sovrapporre a quello strumento di morte un oggetto povero e fondamentale nella cultura contadina, ma vitale.

Grande rappresentante del canto popolare degli anni ’70, proseguì la sua ricerca fuori da ogni giro.

Arrivò a Firenze nella seconda metà degli anni ’60, fece confluire nella musica del movimento una vena irridente, caustica, imprevedibile. Chi fosse lo diceva lui stesso: un cantastorie che tramite la canzone portava la controinformazione, un “cantaprotestautore corpofonista”, con una precisazione: “Io sono un banditore. I banditori appartengono alla famiglia dei cantastorie, ma se ne differenziano perché promuovono un’idea e la portano avanti…Io compongo ed eseguo canzoni di lotta, cioè ballate ispirate a persone che hanno creduto nella libertà e nella democrazia proletaria e che per questo sono morte”.

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