Redazionale

Martedì sera, nella splendida cornice del Palazzo Pesce, l’Amministrazione Comunale ha radunato ricercatori, tecnici ed operatori per discutere di Carciofo e sulla possibilità di riportare nei nostri campi l’ortaggio che, nel secolo scorso, ha caratterizzato la nostra agricoltura a partire dagli anni Venti fino a tutto gli anni Ottanta. Lo splendore e il declino della coltivazione del carciofo molese è stato ben descritto da Città nostra nell’inserto preparato per i 150 Anni dell’Unità d’Italia e in altri articoli del nostro Vitangelo Magnifico, l’agronomo e ricercatore grande esperto di orticoltura e del carciofo in particolare.

Il pretesto per tornare a parlare di carciofo a Mola l’ha fornita la presentazione del Progetto Regionale “RiCar – Risorse a basso impatto ambientale e sistemi colturali innovativi nei processi produttivi della filiera regionale del carciofo rifiorente” coordinato dal Prof. Giuseppe De Mastro, Dipartimento Di.S.A.A.T dell’Università di Bari.

L’intervento del Sindaco Colonna

L’incontro è stato coordinato dalla concittadina biologa Maria Antonietta Colonna, che ha la delega allo Sviluppo rurale e valorizzazione dei beni eno-gastronomici del nostro paese. Colonna ha precisato che dopo questa giornata di studio a carattere generale saranno organizzati altri incontri per entrare più dettagliatamente nella questione della ripresa della coltivazione a Mola.

Tra i tanti relatori, molto apprezzato è stato quello di Pietro Santamaria, docente alla medesima università, che ha fatto la storia del carciofo a Mola anche attraverso i giornali e le vecchie foto che riportavano gli articoli e hanno conservato le immagini dei tanti incontri e saghe sul carciofo fatti a Mola a partire dagli anni Sessanta con la partecipazione dei Docenti della Facoltà di Agraria di Bari, diventata un centro di eccellenza mondiale per la ricerca sul carciofo con la grande ricaduta sulla coltivazione molese.

L’intervento di Santamaria

I relatori hanno illustrato, in sintesi, i progressi fatti dalla ricerca sul carciofo con un particolare riferimento all’innovazione biotecnologica per l’ottenimento di piante risanante da virus e funghi, dal moderno vivaismo e miglioramento genetico che hanno ampliato le varietà di carciofo coltivabile in Puglia e a Mola e l’applicazione di appositi software per la gestione dell’irrigazione e il controllo dei parassiti dipendenti dalle condizioni ambientali.

Molto interesse ha suscitato il film che ha mostrato l’attività svolta dall’industria di trasformazione molese “Adriatica Conserve” che lavora carciofi provenienti da Puglia e Sicilia.

Sapranno gli agricoltori e gli amministratori di Mola continuare a discutere sulla questione per riportare il carciofo di Mola al ruolo che gli spetta nella nostra economia dopo tanto silenzio e disinteresse? Vitangelo Magnifico nel concludere il suo intervento se l’è augurato citando la famosa frase di Nino Manfredi: “Fusse ca fusse la volta bbona!”.

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NELLE EDICOLE E LIBRERIE DI MOLA “CITTA’ NOSTRA” DI MAGGIO

 

 

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