di Michele Daniele*

Michele Daniele, consigliere di opposizione

Con l’approvazione del bilancio consuntivo del 2018 la giunta Colonna ha dichiarato un avanzo di amministrazione di oltre 3 milioni di euro.

Diciamo subito che se questo fosse il risultato dei 6 mesi di amministrazione da parte di questa maggioranza sarebbe un crimine da punire con il massimo della pena.

Già, perché il compito di un’amministrazione pubblica è quello di fornire i servizi necessari alla comunità di riferimento, non effettuare utili o avanzi.

Perché i soldi “avanzati” derivano da tasse pagate con indicibili sacrifici da parte di cittadini: molesi, pugliesi o italiani, a fronte di servizi non forniti, di opere non effettuate e di un paese devastato. Un avanzo elevato di un’amministrazione pubblica rappresenta quindi una colpa e non un merito. Punto.

Va da sè che questa colpa (così come il merito) non è imputabile a questa amministrazione che si trova un “regalo” che deriva dalle amministrazioni precedenti. Il mistero naturalmente è: come è stato possibile che nel bilancio molese c’erano tutti questi soldi e nessuno se ne fosse accorto? La questione è complessa e non bastano 3 righe di un post per provare a spiegarla. Se avete voglia di provare a capirla, mettetevi comodi e proseguite nella lettura. Altrimenti passate ad altro e, a seconda della vostra inclinazione, potete lanciarvi in osanna verso il Sindaco (grazie sindaco) o in invettive (è tutto un magna magna).

Dunque, la questione è complessa, e deriva dalla complessità di quel mostro normativo che si chiama “finanza pubblica locale”. Coinvolge i due tipi di bilancio, per competenza o per cassa, la conseguente formazione di residui attivi e passivi passando per accertamenti e impegni di spesa. Se poi ci aggiungiamo il carico da 90 del bilancio armonizzato, il quadro è completo e facilmente ci si perde per un non addetto ai lavori. Ma anche per gli addetti ai lavori.

Proviamo a dipanare la matassa. Chiediamo venia per le inevitabili semplificazioni per esigenze di divulgazione.

Allora, dal 2014 tutti gli enti pubblici sono stati obbligati ad adottare lo stesso schema di bilancio, chiamato infatti “bilancio armonizzato”. Qualsiasi bilancio pubblico, che si tratti di un Comune, una Provincia, una Regione o un consorzio di Comuni ha ora le stesse voci di bilancio (in gergo: hanno lo stesso piano dei conti). Va da sè che tutti i Comuni hanno dovuto riclassificare i vecchi schemi e capitoli adattandoli ai nuovi schemi e piano dei conti.

Inoltre, è stato introdotto il principio della competenza finanziaria potenziata la cui definizione tecnica recita: “tutte le obbligazioni giuridicamente perfezionate attive e passive, che danno luogo a entrate e spese per l’ente, devono essere registrate nelle scritture contabili quando l’obbligazione è perfezionata, con imputazione all’esercizio in cui l’obbligazione viene a scadenza”.

Ok, per decodificare la precedente definizione occorre naturalmente capire cos’è un’obbligazione (il rapporto giuridico che lega un soggetto debitore ad un soggetto creditore) e cosa vuol dire perfezionata (cioè quando il rapporto giuridico tra le due parti viene costituito) e cosa vuol dire attive (cioè le obbligazioni che danno diritto ad un credito, per le entrate) e passive (cioè le obbligazioni che costituiscono un debito, per le spese), e quando l’obbligazione viene a scadenza.

Ora il nuovo principio di competenza finanziaria potenziata distingue tra:

– momento della registrazione dell’accertamento (per le entrate) e dell’impegno (per le spese) che sorge quando l’obbligazione giuridica è perfezionata

– momento dell’imputazione contabile nell’anno in cui l’obbligazione diventa esigibile (cioè quando si può pretendere l’adempimento da parte del creditore).

Riassumendo, sino al 2014 i due momenti coincidevano, cioè accertamenti ed impegni di spesa erano registrati ed imputati contabilmente nello stesso anno in cui sorgevano, dopo tale anno i due momenti diventano distinti: la registrazione avviene nel momento in cui l’obbligazione giuridica si perfeziona e l’imputazione avviene nell’anno in cui essa viene a scadenza.

Banchi della minoranza

Ancora un attimo di pazienza e ci siamo quasi. Il fatto che il bilancio sia per competenza implica che pagamenti o riscossioni che avvengono su più anni generano dei residui, attivi o passivi. I residui attivi sono dati dalla differenza tra gli accertamenti (ovvero le entrate che si prevedevano di incassare a inizio anno) e le riscossioni (ovvero le entrate effettivamente incassate). Rappresentano dei crediti che il Comune vanta nei confronti di altri soggetti.

I residui passivi sono dati dalla differenza tra gli impegni (ovvero le spese che il comune prevedeva di dover sostenere nel corso dell’anno) e i pagamenti (ovvero le spese effettivamente sostenute e a fronte delle quali è stata registrata un’uscita di cassa).

I residui passivi contribuiscono negativamente al calcolo del risultato di amministrazione in quanto rappresentano dei debiti che l’ente comunale ha nei confronti di altri soggetti.

Ora, quando si è passati dalla vecchia alla nuova contabilità è stato eseguito un riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi per adeguarli al nuovo criterio di competenza finanziaria potenziata, con eliminazione delle obbligazioni non in linea con tale principio. Come abbiamo visto, la materia è estremamente complessa e soggetta a diverse sfumature. Anche addetti ai lavori possono commettere errori o incorrere in interpretazioni distorte.

CONCLUSIONI

Per spiegarci la comparsa di quei 3 milioni in più a disposizione del Comune di Mola, per ora, possiamo solo fare qualche ipotesi, riservandoci di verificarle con opportuni approfondimenti successivi. Da sapere: un controllo analitico di tutti i riaccertamenti richiede mesi, soprattutto senza il supporto della struttura amministrativa costituita dai vari capi settori, quindi, abbiate pazienza.

Va da sè che se, e sottolineo se, un’amministrazione gonfia i residui attivi, in realtà aumenta i suoi crediti ed il risultato dell’amministrazione migliora.

Analogamente se, e sottolineo se, un’amministrazione sgonfia i residui passivi, in realtà diminuisce i suoi debiti ed analogamente il risultato dell’amministrazione migliora. Entrambi i metodi sono stati ampiamente utilizzati da tutte le amministrazioni di tutta Italia negli scorsi decenni per aggiustare bilanci un po’ traballanti.

Analogamente, se e sottolineo se, un’amministrazione gonfia erroneamente i residui passivi, in realtà il risultato dell’amministrazione peggiora. E ciò è vero anche se questo “gonfiore” è stato fatto erroneamente ed in buona fede.

Se, e sottolineo se, in fase di passaggio al bilancio armonizzato fosse stata commessa qualche imprecisione, per esempio non eliminando residui passivi che erano da cancellare, in realtà a bilancio risultavano debiti che in realtà non esistevano. E se queste imprecisioni sono invece state corrette all’atto del recente riaccertamento per il rendiconto 2018 ecco che salta fuori il “regalo” di 3 milioni per l’amministrazione Colonna.

Ripetiamo che per ora si tratta di un’ipotesi di lavoro che lascia però almeno un interrogativo: come mai questo riaccertamento non è stato fatto negli anni precedenti? Anche perchè una passata amministrazione è stata devastata, oltre che da conflitti interni, anche da una situazione finanziaria sull’orlo del dissesto con commissariamenti vari. Era vero questo dissesto finanziariamente o solo contabilmente? Detta in altri termini, erano i soldi che mancavano o era solo qualche confusione contabile?

Tanto più che gli attori in Comune sono più o meno gli stessi: anche l’attuale Sindaco era nello staff del sindaco (Diperna) all’epoca del passaggio al bilancio armonizzato, l’attuale assessore al Bilancio faceva parte della maggioranza dell’epoca ed il capo settore Servizi Finanziari era lo stesso di adesso.

Ah… sì, una novità c’è stata: il nuovo Segretario Generale.

*Consigliere comunale

 

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