di Nicola Lucarelli

Oggi come ogni  sabato la storia si ripete, nonostante le ordinanze del Comune. Concluso il mercato settimanale, gli abitanti della zona si ritrovano le strade sommerse da rifiuti di ogni genere, sparsi ovunque (anche nei terreni adiacenti) e senza alcuna diversificazione: carte,cartoni, residui di frutta e verdure, deiezioni, plastica in quantità e quant’altro.

Uno spettacolo davvero indecoroso per una società che si dice “civile”. Di fronte a situazioni del genere, ovviamente va a farsi benedire la tanto auspicata raccolta differenziata dei rifiuti, a cui i cittadini molesi sono tenuti. Non evidentemente gli operatori del mercato, che delle ordinanze sindacali si fanno il solito baffo, ben sapendo che non ci sono controlli di sorta.

Uno dei pochi operatori che abbiamo visto ripulire la propria area di competenza ci ha detto: “Gran parte dei miei “colleghi di piazza” non si preoccupano della pulizia, anzi se ne fregano. Anche perché non c’è controllo. Eppure basta poco raccogliere il pattume: ognuno dovrebbe raggrupparli e impilarli sulla propria postazione per facilitare le operazioni di raccolta, senza abbandonare altri residui sulla pavimentazione. Questa inciviltà appartiene sia agli esercenti italiani sia agli extracomunitari”.

Un residente in via Aldo Moro ha rincarato la dose: “Siamo nella zona nuova di Mola, è inammissibile questo comportamento. Perché i venditori non smaltiscono autonomamente i rifiuti, invece di disseminarli a cielo aperto? E’ vergognoso quello che accade ad ogni mercato ed ad ogni fiera”. Poi precisa: “I mezzi della nettezza urbana al sabato arrivano poco prima delle ore 14. I netturbini raccolgono i pochi sacchi di plastica confezionati dagli ambulanti diligenti, mentre sono costretti a spazzare i rifiuti indifferenziati sparsi ovunque. Quando poi, c’è vento ce li ritroviamo anche negli spazi condominiali”.

Naturalmente, gli intervistati hanno preferito mantenere l’anonimato: le guerre tra vicini di casa – in questo caso mercanti, commercianti e residenti – sono le più feroci.

Forse sarebbe il caso che la pubblica Amministrazione intervenga e faccia fronte a questa incivile consuetudine.

 

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