Michele Daniele

Comunicato stampa

Degrado chiama degrado (ovvero La Teoria delle Finestre Rotte). Se chiedete a qualsiasi molese qual è il principale malessere della sua città pressoché tutti risponderanno che è il degrado cittadino: rifiuti abbandonati per strada, opere pubbliche vandalizzate, deiezioni canine (e non solo) dappertutto, strade piene di buche e scarsamente illuminate, verde pubblico fatiscente, parcheggio selvaggio a tutte le ore. E cose così.
Se si chiedono le cause di questo degrado le opinioni si spaccano in due fazioni: la prima incolpa l’amministrazione comunale di incapacità, la seconda incolpa i molesi di inciviltà. Ovvio che le responsabilità di tale degrado sono da ripartirsi in parti uguali tra l’una (l’amministrazione) e gli altri (una parte dei molesi).
Qui proveremo a spiegare che la prima è più uguale della seconda. In altri termini: che le maggiori responsabilità sono dell’amministrazione comunale. E a questo scopo ricorriamo ad una famosa teoria sociologica nota come “teoria delle finestre rotte”.


Il professore italo-americano Philip Zimbardo realizzò qualche decennio fa un esperimento sociologico che consisteva nel lasciare due macchine abbandonate, una in un quartiere povero e conflittuale, l’altro in una zona ricca e tranquilla.
Il risultato non è difficile da immaginare. Dopo una settimana, la macchina lasciata nel quartiere povero era stata totalmente distrutta, mentre quella lasciata nel quartiere ricco non presentava nemmeno un graffio. Con questo risultato, è facile trarre la conclusione che la povertà e l’emarginazione sono colpevoli del delitto. Niente di più sbagliato.
Gli studiosi decisero di apportare una piccola modifica all’esperimento: ruppero il vetro della macchina che si trovava in perfette condizioni nel quartiere ricco. Il risultato? La macchina venne ridotta come quella che si trovava nel quartiere povero.
La conclusione finale fu che la causa non risiede nella povertà, ma nel fatto che il vetro rotto di un’auto abbandonata trasmette l’idea di disinteresse e noncuranza che crea un sentimento di mancanza di leggi, di norme e di regole. Il vetro rotto porta a pensare che tutto sia ammesso. In tale situazione, ogni danno subito dalla macchina riafferma e moltiplica l’idea che il vandalismo diventa incontenibile.

Mercato via De Gasperi

Cosa centra tutto questo con Mola? Tanto. A titolo di esempio, la prima foto mostra come si presenta la facciata di un immobile di proprietà comunale, esattamente dirimpetto al Palazzo Comunale di via De Gasperi. Il degrado in cui versa è devastante.

La seconda foto mostra lo stato di abbandono di uno dei punti più caratteristici ed identitari di Mola: la spiaggia di Portecchia, invasa da alghe, erbacce e rifiuti assortiti. In particolare, mostra delle buste di rifiuti appena abbandonati e la terza foto mostra una tranquilla famigliola che ha appena trascorso una giornata in quel tratto di spiaggia, tra l’altro soggetta sia a divieto di balneazione che persino di accesso.

Portecchia

Ora, se è lo stesso Comune a non curare i propri beni e ad essere fonte di un degrado evidente, è più facile che una parte della popolazione si sente in qualche modo autorizzata a fare lo stesso. Persone normalmente civili si sentiranno in qualche modo legittimate a comportarsi da incivili.
Un muro imbrattato o una spiaggia invasa da erbacce e rifiuti trasmettono un senso di deterioramento, di disinteresse, di non curanza, sensazioni di rottura dei codici di convivenza, di assenza di norme, di regole, che tutto è inutile. Ogni auto parcheggiata sulle strisce ribadisce e moltiplicare quell’idea, fino all’escalation di atti, sempre peggiori, incontrollabili, col risultato finale che può spingersi ad un vandalismo irrazionale.
Se si rompe un vetro in una finestra di un edificio e non viene riparato, saranno presto rotti tutti gli altri. Se una comunità presenta segni di deterioramento e questo è qualcosa che sembra non interessare  a nessuno, allora lì si genererà la criminalità. Se sono tollerati piccoli reati come parcheggio in luogo vietato, superamento del limite di velocità o abbandono di rifiuti, se questi piccoli “difetti” o errori non sono sanzionati, si svilupperanno “difetti maggiori” e poi crimini più gravi.
Se parchi e altri spazi pubblici sono gradualmente danneggiati e nessuno interviene, questi luoghi saranno abbandonati dalla maggior parte delle persone e questi stessi spazi lasciati dalla comunità, saranno progressivamente occupati dai vandali. Gli studiosi hanno risposto in una forma più forte ancora, dichiarando che l’incuria ed il disordine accrescono molti mali sociali e contribuiscono a far degenerare l’ambiente.

Quindi, il degrado cui assistiamo a Mola da parecchi anni è colpa di chi?

Michele Daniele, consigliere comunale M5S

Passeggiata di Portecchia

 

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