di Francesco Mazzotta*

Un mix sonoro che spazia dal puro piano jazz all’elettronica, passando per le contaminazioni nordeuropee, il trip-hop anglosassone e i richiami alla musica orientale. Metteteci anche il fascino di un concerto alle prime luci dell’alba, e la combinazione assumerà contorni magici. Alle ore 5.30 il sole non avrà ancora iniziato a brillare nel cielo quando domenica 4 agosto, sul palco del Lungomare Castello di Mola di Bari, per l’AgìmusFestival, in collaborazione con la Notte Bianca dei Giovani (ingresso libero), saliranno Kekko Fornarelli e Roberto Cherillo, che faranno splendere la musica del loro progetto intitolato – neanche a farlo apposta – Shine.

Un progetto a nome del quale poco meno di un anno fa hanno dato alle stampe il disco “Matter of Time”, sintesi perfetta di due rare personalità artistiche. Da un lato Roberto Cherillo, sperimentatore fuori dall’ordinario, pianista, compositore e tra le voci maschili più apprezzate in Italia, con studi d’avanguardia sui timbri e sulla voce. Dall’altro Kekko Fornarelli, pianista, produttore e compositore barese capace di “dipingere” situazioni sonore, dopo aver sviluppato uno stile unico caratterizzato dal tentativo di creare musica da osservare, più che da ascoltare. Insomma due sensibilità molto particolari, che fanno ampio uso dell’elettronica, amalgamando i propri interventi con le distorsioni create dai synth per un risultato particolarmente seducente. Perché le atmosfere di Shine possiedono quella forza evocativa capace di incantare qualsiasi ascoltatore, anche il più distratto.

«Amo la sensazione di rapimento che la musica mi dà», racconta Fornarelli, autore sinora di sei album, “Circular Thought”, “A French Man in New York”, “Room of Mirrors, “Outrush”, “Abaton” e, per l’appunto, “Matter of Time”. «Sono uno strumento nelle mani della musica, ma libero allo stesso tempo di dare voce a quello che ho vissuto e che vivo, attraverso un linguaggio autentico, fatto di cellule, di muscoli, di ricordi, di emozioni, che riesce a tradurre anche il mio silenzio. E la mia curiosità è un viaggio continuo, che mi porta sempre al di là della forma, sorprende il mio respiro in infiniti modi nuovi, tutti da raccontare e da vivere». Pensieri che si fanno suono. E lasciano il segno, in un «equilibrio quasi perfetto di tensione e libertà», come ha scritto Alison Gunn sul “Financial Times”. Di Fornarelli ha parlato anche John Fordham del “Guardian”, che ha definito il musicista pugliese «uno strumentista provetto dalle radici classiche e una sottile mente da improvvisatore».

Risale al 2012 l’incontro con Cherillo, che nel 2009 (con il trio Omparty) si era aggiudicato il premio Suoni di Confine al MEI di Faenza per l’album d’esordio “L’isola della pomice”, seguito nel 2011 da “Soffice” con Luca Aquino, progetto nato come tributo a Chet Baker. In carriera, Cherillo ha anche realizzato diverse composizioni per spettacoli teatrali, tra cui quella per “Italianesi”, il monologo di Saverio La Ruina (Premio UBU 2012) della compagnia Scena Verticale.

*addetto stampa

****************************************************************************

NELLE EDICOLE E LIBRERIE IL NUMERO DOPPIO DI “CITTA’ NOSTRA”

Condividi su: