di Giovanni Gallo

Quella di ieri è stata una manifestazione con “due facce”. Prima il corteo di protesta dei pescatori delle Marinerie pugliesi, pacifico ed ordinato, poi la decisione di non fermarsi nel punto di arrivo stabilito perché rifiutati dall’autorità portuale.

A questo punto la tensione che sale: le centinaia di manifestanti presenti sfilano verso il porto, cercando di forzare l’accesso alla stazione marittima, e poi la decisione: “resteremo qui fino a quando non saremo ascoltati”.

Durante l’azione di forzatura per l’accesso alla stazione marittima un solo idiota decide di lanciare una bomba carta verso gli agenti di polizia che erano lì a compiere il loro lavoro. Due di loro rimangono lievemente feriti. A loro va la solidarietà di tutti e unitamente alla polizia locale di Bari e ai Carabinieri il grazie per il lavoro svolto a servizio della città e dei cittadini-manifestanti.

Nel pomeriggio una delegazione delle Marinerie presenti viene invitata dalla Prefettura per redigere un documento da inviare al Governo. Nel mentre l’Ansa batte la notizia con le dichiarazioni del Ministro Bellanova: «sulle questioni sollevate dal settore e già fissato un incontro per il 24 ottobre prossimo concordato con le organizzazioni di rappresentanza».

La delegazione torna con un impegno: già da domani si chiederà un nuovo incontro in tempi brevi per ottenere rassicurazioni tali da permettere il ritorno a mare in sicurezza e tranquillità.

Per ora si torna tutti a casa.

Ma le “organizzazioni di rappresentanza” sono ben altra cosa rispetto alle nostre Marinerie.

Non lasciamo soli i nostri pescatori!

Ora più che mai hanno bisogno di attenzione e sostegno da parte di tutti.

La protesta è solo sospesa.

Per loro significa non tornare ancora a lavorare con tutto ciò che questo genera nel bilancio aziendale e in quello di tutte le famiglie coinvolte.

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