Redazionale

Venerdì sera, nel Salone del Castello Angioino si è tenuto il programmato incontro di studio sulla vicenda dei 16 Marinai Molesi scomparsi con i due motopescherecci Nuova SS. Addolorata e Nuovo S. Spiridione nel tratto di mare fra le isole di Corfù e Santa Maura in Grecia il 9 gennaio del 1930. L’evento era stato preceduto da una messa di suffragio per le anime degli scomparsi officiata da Don Vincenzo Gentile nella Chiesa di S. Maria di Loreto il 10 scorso e dalla deposizione, domenica 12, da parte dell’Amministrazione Comunale a nome di tutti i Cittadini Molesi, di una corona di alloro sulla lapide che ricorda gli sventurati marinai.

Le manifestazioni, volute dai famigliari delle vittime, sono state organizzate dal Club per l’UNESCO di Conversano-Mola presieduto da Guido Lorusso, con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale e la collaborazione di Città Nostra e l’Associazione Culturale Arte&Musica presieduta da Margherita Sciddurlo.

I lavori sono stati aperti dal Pie Jusu, Requiem, di Gabriel Fauré, con la voce del mezzosoprano molese Caterina Dellaere con Margherita Sciddurlo alla tastiera. In seguito, Marco Sciddurlo, direttore di Città Nostra, ha coordinato i lavori.

Tavolo dei relatori

Dopo il saluto del Vice-Sindaco Vito Orlando, Guido Lorusso ha tenuto una relazione sui rapporti fra l’Italia e la Grecia ad iniziare dalla Prima Guerra Mondiale che andarono sempre peggiorando con l’avvento del Fascismo, e che potrebbero essere alla base di un sabotaggio punitivo nei confronti dei due motopescherecci in risposta ad un bombardamento da parte della marina italiana di qualche anno prima. Questa tesi, così come tutte quelle formulate dopo la scomparsa, non è stata, comunque, mai provata. Ha fatto seguito la presentazione da parte di Anna Consiglio del cortometraggio “Lefkada, la scomparsa dei marinai molesi” realizzato dagli studenti dell’allora Scuola Media Tanzi, Diretta da Cinzia Bonelli, su testo della medesima Prof.ssa Consiglio e Gianluca Sciannameo che curò la regia per conto della Coop. Camera a Sud.

Enza Caputo Dellegrazie e Vitangelo Magnifico, che ebbero il nonno, Vitangelo Caputo, Capobarca della SS: Addolorata, e lo zio, Domenico Caputo, motorista del S. Spiridione, fra le vittime, hanno ricordato il dolore dei familiari e lo sgomento di un Paese intero. Non deve quindi meravigliare se appena un anno dopo, il 25 gennaio 1931, i Molesi residenti a Brooklyn fecero erigere una lapide per ricordare alle generazioni future gli sventurati parenti, amici e concittadini.

Caterina Dellaere e Margherita Sciddurlo

L’incontro è stato chiuso da Caterina Dellaere e Margherita Sciddurlo che sulle note di Fac, ut portem Christi mortem dallo splendido Stabat Mater di G. B. Pergolesi, hanno aggiunto altra commozione a quella suscitata dal ricordo dei sedici marinai molesi che non fecero più ritorno a Mola, e che una lapide di marmo posta all’inizio del porto ci ricorda che per loro “il fato prescrisse illacrimate sepolture”.

Lapide dei marinai scomparsi

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