di Vitangelo Magnifico

Presentato il nuovo il libro di Aniello Claudio Rago che è impreziosito da una nota introduttiva di Guido Lorusso “Mola, dall’Unità d’Italia all’Età Giolittiana”.

È stato un piacere vedere un teatro gremito per la presentazione di un libro che parla del nostro passato e che ci aiuta a capire che tipo di Cittadino è l’attuale Molese. Pur non mancando libri sulla storia di Mola e quindi sforzi di diversi Autori per raccogliere la necessaria documentazione, l’ultimo lavoro di Aniello Claudio Rago acquista un particolare valore per il periodo che prende in considerazione: dall’Unità d’Italia all’Era Giolittiana, ovvero dal 1861 all’inizio del primo Ventennio del Novecento, il periodo più impegnativo per far diventare Cittadini di un Unico Stato un Popolo abituato a servire altri padroni e seguire altre regole.

Dei pregi e dei difetti delle scelte fatte in quel periodo gli Italiani ne risentono ancora e il loro peso emerge quasi inconsciamente davanti ai nuovi problemi da affrontare con la politica. Ovviamente, anche i Molesi non sfuggono a tale “regola”.

A fronte di un teatro gremito, ecco perché è apparsa deludente la modesta (per usare un eufemismo!) presenza dei nostri politici e soprattutto di quelli che nei comunicati stampa dicono di amare tantissimo Mola e i molesi e di essere impegnatissimi a risolvere i loro problemi.

I modesti risultati giustificano la loro impreparazione! È vero, c’era il Sindaco, arrivato con giustificato ritardo a rappresentarli tutti, ma gli assenti hanno perduto la lezione di storia fatta da Guido Lorusso – al quale si devono molte pubblicazioni sulla nostra storia – e dai prestigiosi Docenti di storia contemporanea Vitantonio Leuzzi e Mario Spagnoletti, ai quali hanno fatto da cornice le letture di Isa Gaudiuso che ha proposto, tra l’altro, la straziante narrazione della morte della giovane nobildonna Benedetta Guarnieri Alberotanza colpita da una delle tante bombe sganciate su Mola il 15 giugno del 1915 da aerei austriaci che uccisero anche il pastore Luigi Roca e tranciarono di netto le gambe ad un contadino.

La presentazione del libro, oltre che da un saluto videoregistrato del concittadino Leonardo Campanile, fondatore della casa editrice Ideapress negli States che lo ha stampato, è stata saggiamente aperta dalla proiezione di una sintesi del capolavoro di Luchino Visconti “Il gattopardo” (1963) tratto dall’omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa scritto nei primi anni Cinquanta del Novecento, che trattò le trasformazioni sociali in Sicilia nel passaggio dallo Stato Borbonico a quello Italiano unitario in seguito alla Spedizione dei Mille di Garibaldi. Il romanzo copre grossomodo lo stesso arco di tempo considerato da Nello Rago. Fu sottovalutato dalle principali case editrici dell’epoca che lo rifiutarono; lo pubblicò Feltrinelli nel 1958 un anno dopo la morte dell’Autore diventando un best seller e un punto di riferimento storico e morale analizzato dai principali politici, storici e filosofi della seconda metà del Novecento.

Da tutto ciò scaturisce il merito di Nello Rago, che, con coerenza e costanza nel tempo, ci ha proposto tutte le epoche storiche della nostra città dalla preistoria ai periodi borbonici passando per quella napoleonica fino ad approdare a quella risorgimentale e post-risorgimentale. E lo fa prevalentemente attraverso i regolamenti comunali che analizza, riporta e commenta facendoci capire da dove veniamo e quali adattamenti abbiamo subito per affrontare i tempi nuovi. E non basta. Mola di Bari, dall’Unità d’Italia all’Età Giolittiana riporta anche le trasformazioni che ha subito il paese attraverso la toponomastica tanto influenzata dalle vicissitudini storiche e gli elenchi di coloro che, in rappresentanza dei cittadini e dello Stato, operarono quelle scelte e formularono quei regolamenti.

Nel suo intervento, il Sindaco Colonna ha promesso attenzione all’archivio storico di Mola. Sarebbe ora che un gruppo di veri appassionati di arte e storia patria fosse messo in condizioni di operare un riordino nella nostra memoria, mettendolo a disposizione degli studiosi anche attraverso i moderni mezzi. Sarebbe utilissimo riprendere la grande lezione di Pasquale Di Bari che fu Maestro per giovani storici molesi, compreso Nello Rago, che a quella tradizione, per nostra fortuna, ancora si ispira.

 

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