Comunicato stampa*

A leggere gli ultimi comunicati stampa dei consiglieri comunali di minoranza, improvvisamente indistinti, uniti e compatti in un sol pensiero al grido di battaglia “la prima cosa da riaprire a Mola, o una delle prime, è la politica”, viene voglia di dare ragione a Pier Paolo Pasolini quando sosteneva che il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili, in Italia. Dall’Italia a Mola, il passo è breve.

Eh, sì, perché gli stessi che invocano la riapertura della politica, nel furore della battaglia e non del confronto, come, invece, si addice alla politica, rimangono incastrati nelle porte girevoli della fiera degli specchi cui si arrampicano pur di battere un colpo. La cosa ci rammarica molto, tanto più in un momento difficile come questo, quando ben altro spirito avrebbe dovuto animare il legittimo contraddittorio. Ma lo scoramento dura poco, anche perché nella sagra delle falsità seminate a profusione, regna sovrana la confusione.

Non vogliamo pensare  sia dolosa. Ci perdonerà, quindi, Pasolini, ma noi  consegniamo  questo  tempo alla speranza. Che è anche una certezza, perché è speranza con fondamento: cioè quella che appartiene alla politica delle cose di nenniana memoria. Fai quel che devi, accada quel che può.

E quel che può sta accadendo, sulla base di un progetto condiviso che, a maggior ragione di fronte a una emergenza sanitaria mai vista, confluisce nella responsabilità comune. Sostenere che “l’attività amministrativa è paralizzata ed è totalmente in balìa della giunta e del Sindaco in particolare”, come fanno le minoranze, farebbe sorridere se non fosse che oggi c’è poco da ridere.

In un momento in cui tutti i Sindaci d’Italia, chi meglio, chi no, per carità – noi per l’amministrazione Colonna crediamo meglio – ma tutti, sono impegnati in un corpo a corpo con le conseguenze derivanti dalle restrizioni imposte per decreti, dilaniati tra tutela della salute pubblica e la pesantissima crisi economica che incombe sulle   famiglie, sulle singole persone e su interi settori produttivi.

La menzogna diventa proprio insopportabile. A cominciare da quella macroscopica relativa alla convocazione dei consigli comunali. Accusano l’amministrazione comunale di immobilismo, sia per quanto riguarda la convocazione dei consigli che delle commissioni. Ma lo scorso 11 marzo i sei consiglieri di minoranza in un comunicato pubblicato sugli organi di informazione locale chiedevano al Sindaco: “che per senso di responsabilità e di civiltà sia necessario sospendere, almeno fino al 3 Aprile, le riunioni, i consigli comunali e le commissioni consiliari se non direttamente connesse al problema coronavirus ed anche in questo caso auspichiamo l’uso della massima cautela onde concentrarci in maniera prioritaria ed esclusiva sull’emergenza in atto che sta mettendo a dura prova famiglie e attività imprenditoriali e commerciali e che richiedono in questo momento tutta la massima attenzione delle istituzioni. Pertanto invitiamo il Sindaco e il Presidente del Consiglio comunale ad accogliere tale proposta perché, in questo periodo storico difficile per tutti…”.

Superflua ogni ulteriore precisazione, se non che sulle attività gestionali parla l’Albo Pretorio, ricco di provvedimenti che testimoniano da una parte come il lavoro agile sia diventato un modello ordinario per tutte le attività e dall’altra come, nonostante la necessità di riorganizzare una macchina complessa per adeguarla a esigenze mai conosciute prima, si continui a lavorare, in tutti i settori, dalla manutenzione del verde, dopo il via libera di inizio aprile da parte della Prefettura alla aggiudicazione della gara per la manutenzione delle strade. Solo per fare un esempio.

Le minoranze lamentano il mancato coinvolgimento nell’attività. La verità è che dopo la sospensione richiesta e condivisa da loro sino al 3 aprile, il 10 è stata convocata una conferenza dei capigruppo per approvare il disciplinare per il funzionamento di consigli comunali e commissioni. Il 22 aprile, dopo il periodo pasquale, è stata nuovamente convocata dal presidente del Consiglio comunale, Mario Lepore, in un’ottica di massima disponibilità alla collaborazione, un’apposita conferenza dei capigruppo allargata per definire i provvedimenti indifferibili da portare all’attenzione delle commissioni consiliari e del consigli​ comunali. Incredibilmente i sei consiglieri di minoranza hanno disertato la capigruppo, altro che spirito collaborativo!

Nel frattempo, non possiamo tacere della lettera inviata dal Sindaco a tutti i consiglieri comunali e agli assessori. Il sindaco Colonna   proponeva,   accanto   alle   riunioni in videoconferenza delle commissioni consiliari competenti, di istituire anche un tavolo tecnico aperto a tutti gli assessori ed ai consiglieri comunali,   attraverso   cui   condividere   non   solo   informazioni,   suggerimenti   e   proposte  riguardanti l’emergenza Covid-19, ma anche gli argomenti strategici che riguardano il nostro paese e che dovranno essere discussi dal Consiglio Comunale. La risposta delle minoranze è stato un elenco di inutili e ritrite rimostranze condite da insulti al limite della diffamazione.

Anche la commissione di controllo e garanzia presieduta da un esponente delle minoranze è stata piegata alle loro finalità propagandistiche. Convocata impropriamente con un ordine del giorno che non rientra nelle competenze della stessa (disciplinate da apposito   regolamento   approvato   dal   Consiglio   comunale),   come   dichiarato   espressamente   non   dal presidente Lepore, ma dal Segretario Generale del Comune.

La narrazione che ne consegue è a dir poco fantasiosa. L’assessora ai Servizi sociali, Lea Vergatti e il responsabile del settore, Filippo Lorusso raccontano l’esatto contrario di quanto affermano le minoranze, confortati dalla registrazione della seduta. Il tema, scrivono le minoranze nel loro comunicato, è quello “dell’emergenza alimentare in seguito al coronavirus”.

Per fare chiarezza, ai consiglieri di minoranza è stato spiegato, sia dall’Assessora che dal Responsabile di Settore, che:

 I locali destinati alla raccolta delle derrate alimentari sono stati sanificati e sottoposti a pulizia quotidiana. Sulla questione della agibilità dei locali, che ospitavano un tempo l’azienda di gestione dei rifiuti, è stato spiegato che l’avvio delle attività è stata preceduta da un sopralluogo effettuato dal Sindaco e da un dipendente dell’ufficio tecnico comunale, il quale ha informato il caposettore.

Sono state delimitate le zone più adeguate all’assolvimento delle azioni previste e successivamente gli uffici dei Servizi Sociali hanno predisposto la calendarizzazione della presenza dei volontari in numero e frequenza tale da essere perfettamente sicura in relazione alle caratteristiche del locale.

Quanto alla proposta di utilizzare a tale scopo i locali delle scuole chiuse, si è fatto presente al momento non si sa se e quando riprenderanno le attività scolastiche, circostanza che inficerebbe e condizionerebbe   la continuità di un intervento che   questa amministrazione vuole rendere strutturale e non solo emergenziale. Ciò in ragione di una domanda di servizi di supporto che si è verificato nei fatti che è altissima, visto che si sono raggiunte e supportate oltre 400 famiglie molesi.

 Risibile che in una situazione di emergenza sanitaria come questa, dovuta a una pandemia mai vista prima, tanto da mettere in ginocchio l’economia mondiale, le minoranze stigmatizzino che “le relazioni tra Comune e Associazioni di volontari non sono ancora disciplinate da una convenzione sottoscritta dalle parti, con forti esposizioni da parte del Comune sia in termini di rispetto della privacy che in termini assicurativi per qualche associazione”.

La situazione emergenziale ha fatto sì che fosse data priorità assoluta all’aiuto alla cittadinanza, ricordando che in caso di bisogni materiali impellenti, non si può   procrastinare il sostegno a persone che altrimenti non disporrebbero nemmeno del minimo indispensabile per garantirsi un pasto. Tale logica solo nella fase di risposta immediata ha prevalso su quella degli “assolvimenti burocratici” che avrebbero, invece, richiesto un differimento naturale degli  aiuti,  fermo restando  che,  come  sottolineato   in  commissione,  tali adempimenti erano in fase di pronta definizione. Non risultano associazioni prive di assicurazione, concetto che è stato chiarito in commissione.

 L’assegnazione dei buoni spesa non va a rilento ma è stata suddivisa per fasi, al fine di mappare adeguatamente il bisogno. Le situazioni più critiche sono state immediatamente fronteggiate con la consegna dei buoni, mentre il secondo bando ha consentito di raggiungere una platea di beneficiari ancora più ampia. Il modello “a sportello”, come chiedevano le minoranze, non era perseguibile. È stato spiegato, nel corso della V Commissione, che l’ordinanza della protezione civile imponeva di spendere quanto prima le risorse, circostanza che una procedura a sportello con tempistiche più lunghe non avrebbe garantito. Fare avvisi a scadenze, invece, permette di mappare il bisogno, raggiungere prima le situazioni più critiche e dare la possibilità di effettuare anche una seconda trance di aiuti alle famiglie che ne hanno diritto, qualora vi fossero risorse economiche residue.

 Le minoranze lamentano che “non risultano ancora a bilancio gli oltre 70mila € stanziati per Mola dalla Regione e i 13mila euro stanziati dal governo per la sanificazione di ambienti”. Tali somme sono oggetto di in una programmazione strategica e ponderata tesa a rispondere alla povertà strutturale che non si esaurirà purtroppo con l’emergenza relativa al Covid-19 e che non ha, quindi, nulla a che vedere con l’emergenza, per fronteggiare la quale, invece, si conta su specifici fondi assegnati dall’ordinanza della Protezione Civile. La minoranza, quindi, confonde strumenti e finalità.

 E’ falso che uno o più consiglieri di maggioranza fossero coinvolti nella gestione e nella distribuzione dei buoni spesa.

   In merito ai criteri sulla gestione dell’assegnazione di alloggi in strutture alberghiere di persone senza fissa dimora o comunque in condizioni di indigenza, la risposta data dal caposettore a riguardo è stata ampia ed esauriente, con puntuale esplicitazione dell’iter seguito (peraltro tutto documentato)   e   della   logica   amministrativa alla base di tali scelte. Nessuno dei presenti in commissione tra i consiglieri di minoranza, nonostante l’invito del presidente stesso, ha avanzato richiesta di ulteriori chiarimenti.

Alla luce dei fatti, tutti riscontrabili, non è dato sapere quali siano le risposte non convincenti cui si appellano nel caso i consiglieri di minoranza. Nessuno di loro ha ritenuto esaurienti le risposte, ma neanche uno ha ritenuto di dover esplicitare i propri dubbi in Commissione e fare ulteriori domande. Ma il perché è evidente. Si è arrivati alla convocazione di quella commissione con quel preciso ordine del giorno noncuranti del reiterato invito alla partecipazione e alla condivisione costruttiva di proposte sul tema avanzata nei giorni precedenti dall’assessora al ramo. Come se non bastasse, la stessa assessora nonostante tutto si è resa disponibile a condividere anche nella 2^ Commissione le stesse tematiche emerse nella 5^.

Insomma, c’è chi preferisce investire tempo ed energie ad alimentare polemiche e presunti sospetti privi peraltro di alcun fondamento nella realtà documentata dei fatti, invece di scendere in campo e supportare chi in questi giorni si trova in prima linea a fronteggiare una emergenza inedita.

Il confronto è cosa seria. E le cose serie non possono nutrirsi di malafede. La modifica alla delibera sulla variazione di bilancio necessaria per rispondere alle esigenze sopravvenute con il Covid-19 è stata apportata perché solo successivamente la Ragioneria dello Stato ha chiarito le modalità con cui includerla nei bilanci comunali. Non è questione di “errori madornali”, né di “politica chiusa o aperta”. Nemmeno di colore politico delle amministrazioni (vedi stessa cosa accaduta all’amministrazione di Noicattaro) tutte nella stessa barca in mezzo alla tempesta di normative ridefinite in corsa.

Le “ordinanze pazze” sinora hanno contribuito ad evitare il peggio. Insieme all’impegno delle associazioni, dei volontari, delle aziende, dei molesi. Ne siamo tutti testimoni. A condurre le comunità in una sorta di “sospensione” è stato il Covid 19. La crisi è globale. La propaganda è locale. La lasciamo a chi deve dare prove di esistenza in vita. Per noi, la migliore prova che si possa dare alla nostra comunità è la politica del realizzare.

*La coalizione Cantiere Civico

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