di Donata Pinto e Lorenzo Dibari

‘’La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Così stabilisce l’articolo 1 della nostra Costituzione nel secondo comma, dopo aver sancito nel primo, la natura Democratica della Repubblica Italiana, fondata sul lavoro. Ed è in questa premessa, il senso profondo del concetto di Sovranismo da Noi rivendicato; una parola, un concetto che nulla condivide con quello di nazionalismo, usato ed abusato in modo speculativo per demonizzare l’avversario e l’idea politica sottesa.

Infatti, ripudiando l’istanza nazionalista propria di forze politiche, storicamente antidemocratiche, il recupero della Sovranità è la leva con la quale il Fronte Sovranista Italiano, partito a cui abbiamo aderito, ritiene di dare piena attuazione alla Costituzione Repubblicana del 1948. Se la nostra Costituzione è la Costituzione più bella del mondo, questo è vero perché essa è la Costituzione della Piena Occupazione, tesa a rimuovere quegli ostacoli che impediscono l’uguaglianza sostanziale dei cittadini, attraverso l’effettiva partecipazione dei lavoratori all’organizzazione del Paese.

Nel contesto attuale, come uomini e donne del Fronte Sovranista Italiano, riteniamo che il recupero della Sovranità possa concretizzarsi unicamente attraverso l’uscita dalla Unione Europea e contestuale rescissione dei trattati, la riconquista della Sovranità Monetaria e di quella Fiscale con l’abrogazione dell’articolo 81 della Costituzione, come riformato nel 2012, con l’introduzione dell’odioso Pareggio di Bilancio.

Il ritorno alla Lira, la nostra liretta, non è una rivendicazione nostalgica, come qualcuno vorrebbe far credere, irridendoci e denigrandoci. Essa assume, simbolicamente e concretamente, il significato di una presa di coscienza del fallimento di un modello che non è solo economico finanziario, ma anche socio culturale sotteso ad un globalismo liberista che mercifica ogni aspetto della vita dell’uomo, nel suo privato, nel luogo di lavoro e nelle Istituzioni. E’ il potere d’imperio delle grandi multinazionali, del modello Amazon e dell’uomo ridotto a mero consumatore acritico. E’ il potere d’imperio del Mercato sopra gli Stati. E’ il potere d’imperio delle grandi concentrazioni finanziarie contro la piccola impresa, il risparmio diffuso, la piena occupazione. E’ il potere d’imperio di un modello di famiglia fondato sul genitore 1 e genitore 2. E’ il potere d’imperio di un sistema contro cui i nostri Padri Costituenti vollero la Costituzione più bella del mondo, una Costituzione che consente Limitazioni di Sovranità (non cessioni di parti di sovranità nazionale), al fine di assicurare la pace e la giustizia tra le nazioni, esclusivamente in condizioni di parità con gli altri Stati (Art.11 Cost.).

Al contrario e in antitesi ad ogni principio di solidarietà, l’Unione Europea è un sistema in cui se l’Italia vuole spendere dei soldi per gli ospedali, deve chiedere il permesso all’Olanda, alla Danimarca, in cui le riforme del lavoro, del welfare, dell’amministrazione pubblica, del sistema bancario sono state soltanto peggiorative rispetto al passato, in ossequio ad un falso ideologico che ha persuaso un popolo intero che Debito Pubblico è brutto, che lo Stato è assimilabile ad una grande famiglia e i nostri governanti a buoni padri di famiglia, obbligati dalla matrigna Europa a fare i conti della serva e a stringere la cinghia. Sono queste le motivazioni di base che ci hanno convinto a rompere ogni indugio, aderendo ad un partito che, unitamente a poche altre formazioni politiche, sostiene in modo chiaro, netto e coerente la necessità di uscire dall’Unione Europea.

In questo contesto ideologico e in questo drammatico momento storico, annunciamo la nostra candidatura alle prossime elezioni regionali con la lista che il FSI (Fronte Sovranista Italiano), presenta alle elezioni amministrative, RI (Riconquistare l’Italia). Una lista che si presenterà in tutte le regioni chiamate al voto, essendo la nostra formazione politica ramificata su tutto il territorio nazionale. Così in Puglia, ci candidiamo guidati da Andrea D’agosto, in qualità di governatore.

In particolare, a Mola di Bari, siamo in due a candidarci: Donata Pinto, nata nel 1964, laureata in Scienze Politiche, casalinga, sposata e mamma di un ragazzino, Lorenzo Dibari, nato nel 1965, laureato in Scienze Informatiche, impiegato tecnico presso l’aeroporto di Bari, sposato e padre di due ragazzi.

Abbiamo deciso di farlo per spirito di servizio e rispetto della verità storica e politica, senza esternazioni retoriche di amore ed attaccamento alla propria terra, alla propria gente e ai suoi valori, senza faccioni sorridenti ed ammalianti come i tanti che, da qui alle elezioni, vi annoieranno con gli stessi discorsi di sempre. Peccato che siano gli stessi volti di chi, in due decenni, ha smantellato la sanità pubblica pugliese a favore di quella privata e continuerà a farlo nel rispetto rigoroso delle ferree direttive di Bruxelles. Direttive che Noi del FSI chiamiamo ‘’vincoli ESTERNI’’, rispetto ai quali occorre prendere posizione, dichiarando la propria Indisponibilità a tradurli in Riforme Lacrime e Sangue per il Popolo, come invece hanno fatto negli anni FI, FdI, PD, Lega e M5S in ultimo, essendo tutti, sotto abiti diversi, liberisti asserviti.

Negli ultimi quindici anni , grazie alla connivenza dei governatori regionali, questa stessa classe politica ha scatenato sulla sanità territoriale una tempesta perfetta: il Piano di Riordino Ospedaliero. Per esso, oltre trenta strutture ospedaliere sono state chiuse o riconvertite, riducendo a trentacinque (35) gli ospedali pubblici per tutta la Puglia. E questo è solo uno dei tasti più dolorosi. Perciò sentiamo di affermare che il punto essenziale non è amare la Puglia, ma volere il progresso e lo sviluppo di questa regione, senza inganno, giacché nulla delle promesse millantate possono essere mantenute se non al di fuori del rispetto del “vincolo Esterno” e delle condizionalità e, pertanto, senza arricchimento ed ambizione personali.

Noi del FSI, orgogliosamente pugliesi, svincolati dal burattinaio di Bruxelles, abbiamo messo a disposizione le nostre piccole forze, la nostra passione e il nostro grande convincimento, consapevoli che lo scenario economico e finanziario dei prossimi anni richiederà, ancor più dolorosamente, scelte non più demagogiche e di presa in giro degli elettori ma sincere, coraggiose e forti, certi che la nuova frontiera della storia non sia più tra destra e sinistra, categorie ideologiche svuotate, ma tra Dentro o Fuori dell’Unione Europea.

Di questo ce ne daranno merito le nuove generazioni e quanti hanno compreso, anche prima di noi, che nessun cambiamento d’istanza socialista e popolare,  è possibile stando dentro il “fogno” europeo, ma soltanto nel solco della Costituzione del 1948.

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